
Il pollaio sociale di Bologna: adotta una gallina
Un’iniziativa insolita quella che è nata a Bologna. Adotta una gallina è il primo pollaio sociale a livello mondiale e contribuisce a fornire lavoro al centro occupazionale La Tartaruga. Una cooperativa destinata al supporto e all’integrazione delle persone con disabilità.
La struttura è costituita da due edifici in legno per ospitare le galline: 75 tra livornesi ed ovaiole. Un allevamento completamente bio, dove gli animali vivono in totale libertà, seguendo un modello economico alternativo, mai visto prima d’ora.
Quello del Pollaio è un modello di allevamento nuovo e alternativo che aiuta a sviluppare una forte consapevolezza sui vantaggi del consumo di alimenti prodotti nel rispetto dell’ambiente e degli animali. Ma non solo, aiuta anche i ragazzi disabili del centro a sentirsi parte di un progetto utile per tutta la comunità.
Mentelocale.it
Adotta una gallina in cambio di uova
Chi decidesse di partecipare a quest’iniziativa sociale, con un contributo di 95 euro di quota annuale, avrà a disposizione 250 uova, da ritirare in loco, in base alla stagionalità e alle condizioni della gallina stessa. Un modo per avere un prodotto biologico, e per dare un’opportunità di inserimento sociale ai 30 ragazzi che fanno parte della Cooperativa Sociale Seacoop.
Quest’idea è piaciuta al pubblico, tanto che oggi si contano nuovi pollai sociali anche a Rimini, Brescia e Forlì-Cesena. Il perfetto punto d’incontro fra i prodotti biologici e le iniziative sociali. Un ulteriore valore aggiunto è dato dalla funzione di pet therapy che assume questa modalità di scambio prodotto- lavoro. Quella che prima poteva essere una paura verso l’animale, si supera grazie ad un progressivo avvicinamento allo stesso. Una terapia utile a livello mentale e salutare.
La giornata tipo nel Pollaio Sociale di Toscanella di Dozza è scandita da una divisione dei compiti molto precisa. C’è chi si occupa della pulizia, altri del mangime, altri ancora dell’approvvigionamento di acqua. Un altro gruppetto, composto sempre da operatori e persone con disabilità, raccoglie le uova tutti i giorni, altri hanno il compito di confezionarle e, infine, c’è chi si occupa delle relazioni con i “genitori” delle galline adottate.
Il Giornale del Cibo
Una valorizzazione del territorio che incontra quella sociale, nella speranza che questo esempio venga seguito dal maggior numero di realtà possibili.

