
Cibo dell’anima: come l’alimentazione influenza il pensiero
È ormai risaputo che l’alimentazione riesca ad influenzare lo stato d’animo degli esseri umani. Capita molto spesso che dopo una difficile giornata lavorativa si senta il bisogno di un determinato cibo, di un comfort food. Fu Savarin nel ‘700 il primo a scoprire che la psicologia umana fosse collegata a ciò che effettivamente un individuo mette nel piatto.
La mente è in connessione con il cibo e riescono ad influenzarsi a vicenda. Quello che viene introdotto nel corpo non va ad agire solamente sullo stato d’animo, ma in genere sui comportamenti e sui pensieri.
Ma può l’alimentazione avere delle conseguenze dirette sul nostro sistema nervoso? Certamente sì. Il cervello è la sede dei pensieri, delle emozioni, degli stati d’animo e della coscienza, ma è un organo che – non diversamente dal cuore o dall’intestino – funziona grazie alle sostanze nutritive che riceve, sulla base di reazioni chimiche ed impulsi elettrici.
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Alcuni dei nutrienti presenti nel cibo, lavorano insieme per indurre il cervello a produrre la serotonina, l’ormone della felicità e del rilassamento. Alimenti come i cereali invece, riescono a mantenere stabile l’umore grazie all’apporto di zucchero che riescono a dare al sangue.
Recenti studi dicono che le persone che prediligono un’alimentazione zuccherata e grassa siano quelle con uno stato d’animo più negativo.
Questo genere di alimenti, considerati consolatori, riesce ad indurre uno stato di felicità temporaneo, ma che, una volta esaurito, innesca una serie di sensi di colpa.
Il classico esempio è quello degli Omega 3, contenuti nel pesce o nei semi oleosi, in grado di migliorare la lucidità mentale e quindi le capacità percettive, di mantenere giovane il nostro sistema nervoso e di incidere molto positivamente sullo stato dell’umore come dimostrato in diversi studi sulla depressione.
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Si tende spesso a legare il cibo a determinati momenti, facendo associazione e stati d’animo buoni o negativi. Queste esperienze lasciano un legame con il cibo che nasce dall’infanzia e arriva fino alla vecchiaia. Le informazioni sensoriali provenienti da tutti i 5 sensi vengono rielaborate dalla corteccia cerebrale e attivano i circuiti della memoria.
Questo dimostra di come un essere umano scelga un cibo non solo in base al nutrimento necessario, ma anche ai ricordi legati ad esso.

