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La Direttiva SUP (Single Use Plastic) e la reazione degli Italiani

La Direttiva SUP (Single Use Plastic) è stata studiata e varata dall’Europa già nel 2019, con l’obiettivo di bloccare la produzione ed il consumo di prodotti monouso in plastica. A partire dal 3 Luglio la direttiva è entrata ufficialmente in vigore anche in Italia, costringendo i grandi produttori di plastica a fare un passo indietro. 

Le indicazioni sono piuttosto semplici; è richiesto alle aziende di concludere la produzione di prodotti monouso realizzati interamente – o parzialmente – in plastica. Tutti gli oggetti potranno essere venduti solo fino ad esaurimento scorte, ma non oltre. Sono compresi nella lista dei prodotti proibiti anche piatti e bicchieri in carta rivestiti da film plastici; così come tutta la famiglia degli oggetti in plastica biodegradabile. 

La questione del “bio” ha creato una discussione piuttosto accesa, con le aziende che si sono ribellate alla richiesta della Direttiva SUP.

La categoria è stata vietata perchè attualmente non sono disponibili standard tecnici ampiamente concordati per certificare che uno specifico prodotto plastico sia adeguatamene biodegradabile nell’ambiente marino in un breve lasso di tempo e senza causare danni all’ambiente.
Tutto Ambiente

Direttiva SUP: l’intervento del Vicepresidente 

L’Italia si è sempre distinta per la sua produzione di plastica biodegradabile. Per questo ha provato ad intervenire per modificare le richieste della Direttiva, cercando di individuare un compromesso effettivamente valido. Il Vicepresidente della Commissione Europea, ovvero Frans Timmermans, è intervenuto personalmente a favore del riesamino delle norme.

Le linee guide affidate verranno accuratamente analizzate, così da capire se è necessario o meno modificarle. Si è riusciti così ad ottenere una nuova analisi, in favore dell’Italia e delle stesse plastiche biodegradabili. La messa in vigore della Direttiva SUP è un chiaro segno della direzione presa dal Paese, che si sta spingendo verso l’ecologia e la sostenibilità ambientale. Seppur spinti dall’Europa, anche gli Italiani stanno dimostrando di avere a cuore il futuro dell’ambiente. 

La riconversione delle aziende per la produzione di prodotti sostitutivi (es, le cannucce in plastica sostituite dalle cannucce in carta) non sarà così economica. Ciò che si riuscirà ad ottenere nel futuro vale il rischio e le difficoltà momentanee.