
Il museo del cibo trasforma Imperia nella Provenza
Siamo nell’Alta Val Nervia, in provincia di Imperia. Proprio qui ha aperto i battenti il Museo del Cibo di Pigna e dell’omonima vallata. Da diversi anni promotore di molte iniziative gastronomiche della regione Liguria, oggi si espande ed ingloba il museo della lavanda e quello etnografico della memoria contadina. Un unico polo dove percorrere la storia locale.
Sono sette le sale che narrano queste storie. Un progetto iniziato nel 1995 e che nel 2021 ha visto aggiungersi al patrimonio anche il museo della lavanda. Quasi come se fosse la Provenza, ma in scala un po’ più ridotta.
Il piano superiore è stato allestito a biblioteca con balcone a vista sul paese e torretta predominante sulla vallata dell’entroterra ligure: la valle Carpasina. piano è dedicato ai laboratori didattici, con aule allestite per accogliere gli studenti.
Musei Online
Il museo della lavanda di Imperia è il perfetto esempio di come una terra possa riuscire a sfruttare il proprio potenziale, mettendo in risalto le proprie risorse. Vedere contemporaneamente il mare e i campi di lavanda in fiore, è un’esperienza unica, che viene portata avanti da quelle piccole aziende che hanno messo a disposizione il proprio lavoro e la propria passione, per realizzare un sogno comune.
Un museo del cibo organizzato su tre piani in quello che era un antico asilo caduto in disuso.
La prima sala è dedicata alla lavanda e alla storia di questa pianta officinale, radicata fin dall’antichità con quella del ponente ligure. In particolare, vengono presentate le tre varietà autoctone tutelate: Imperia, Boscomare, Mareblu. Un focus è riservato alla figura di Aristide Martini, cittadino di Pigna ed esperto di erbe aromatiche a cui si deve l’invenzione dell’alambicco a doppia serpentina.
Progetto Lavanda della Riviera dei Fiori
Proseguendo nella seconda sala si ritrovano quelli che sono i prodotti tipici dell’Alta Val Nervia. Fra di essi anche la lavanda officinale, molto spesso impiegata in preparazioni gastronomiche, come nella farcitura dei ravioli alle erbe locali.
Un connubio che funzione e che attira curiosi e turisti alla ricerca delle origini di una delle vallate più belle della regione. Una sinergia che si percepisce anche nello sviluppo di una rete di sentieri naturalistici. Alla scoperta di ciò che si può trovare all’interno del museo della lavanda.

