
La scuola all’aperto a Cinecittà: oltre le mura per imparare dal territorio e ritrovare il tempo della relazione
Una scuola senza muri e porte, il parco e la città che diventano libri parlanti da cui imparare e ascoltare storie. È quello che sta facendo daSud, l’associazione antimafie che ha sede a Cinecittà in una scuola, l’istituto Enzo Ferrari, in collaborazione con Via Libera, Cooperativa Diversamente e Runner trainer. Il progetto, coordinato da Loris Antonelli e supportato, come tante altre iniziative, da Fondazione Bulgari e Con i bambini, si chiama “Prima le prime” ed è partito con le prime medie dell’istituto comprensivo Rita Levi Montalcini, grazie alla dirigente Maria Pia Foresta e alla disponibilità delle sue insegnanti.
Oggi #Roma è una moltitudine di aule in cui fare scuola all’aperto. Storia, educazione civica, apprendimento esperienziale, cultura popolare, educazione socio-affettiva ed educazione motoria, in un periodo in cui molte attività sportive non sono accessibili a ragazze e ragazzi, sono alcune delle tematiche che affrontiamo fuori dalla scuola
Dalla pagina Facebook di ÀP

Si prova a cambiare paradigma. Oltre i banchi monoposto e la didattica a distanza, quello che muta è lo scenario. Fare scuola diventa così un modo per praticare esperienze, conoscere il territorio in cui si vive, le vite che l’hanno attraversato. Come quelle di don Sardelli e don Bosco.
100 circa sono le ragazze e i ragazzi che abbiamo accolto nel Parco degli Acquedotti questa settimana. 100 nuovi ne accoglieremo nei prossimi giorni, e così via finché ci sarà #scuola

Quando poi piove, si sta in palestra e appena smette un po’, si riparte con l’esplorazione del quartiere. Dal murales che raffigura Eros Ramazzotti, proprio di fronte all’istituto Enzo Ferrari, dove il cantante è nato e cantava di bordi di periferia, fino alla targa che ricorda Yaguine e Fodè, i due ragazzini morti nel vano di un aereo nel tentativo di portare le loro richieste ai grandi d’Europa. Sulla loro storia c’è anche un film “Il sole dentro”.
Il silenzio della classe durante la lettura della lettera di Yaguine e Fodè è pieno di emozione
E poi insieme a tutto questo, alla scoperta di nuove storie, personaggi, posti e natura c’è quello che non ci si aspetta, che non è programmato. La passeggiata per raggiungere il parco, la via, la piazza diventa tempo di chiacchiera e condivisione. Un tempo che in aula è sempre più stretto, tra mascherine, distanze e lezioni.
Ci resta la quasi certezza che la cosa migliore che abbiamo fatto, quasi involontariamente, è stata creare il tempo informale dello spostamento, in cui sono nate amicizie e sono fluite storie di ogni genere, tutte diverse e bellissime, a partire dagli infiniti modi di raccontare quel percorso che per noi sarebbe stato ogni giorno lo stesso, se non fosse cambiato in 100 sguardi diversi

