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Le barriere architettoniche? Si abbattono con i Lego!

Rita Ebel vive ad Hanau in Germania ed è in carrozzina da 25 anni in seguito a un incidente d’auto. Ad inizio 2020 la sua storia ha fatto il giro dei social media: Rita utilizza la sua passione, i mattoncini Lego, per costruire delle rampe capaci di abbattere le barriere architettoniche della sua città.

Un gesto doppiamente utile: a livello pratico, in quanto le rampe possono essere facilmente spostate, adattate e gestite in autonomia da chi è in carrozzella o dai gestori dei locali e dei negozi, e a livello simbolico. Allegre e particolari come sono, infatti, si notano immediatamente, gettando una luce sul fenomeno delle barriere architettoniche e degli spostamenti difficili per le sedie a rotelle. Non nascondendo il problema ma evidenziandolo a colori, che sia per via di un bambino che tenta di prendere i mattoncini o un adulto che vuole fotografare questi piccoli capolavori di ingegno e creatività.

Nonsprecare

«Vorrei cercare di sensibilizzare un po’ di più il mondo sugli spostamenti senza barriere perché può succedere a chiunque di ritrovarsi all’improvviso su una carrozzina, com’è capitato a me – ha dichiarato in una intervista Rita Hebel, ribattezzata “La nonna dei Lego” – I colori vivaci delle rampe risaltano e che si tratti di bambini che tentano di estrarre i mattoncini o di adulti che prendono il telefonino per fare le foto, nessuno può passare accanto a queste costruzioni di Lego senza dare almeno un’occhiata».

La buona notizia è che in altri Paesi hanno deciso di emulare le sue rampe portatili e creative. Rita ha scritto le istruzioni per costruire le rampe in cinque lingue e le ha inviate a chi ne faceva richiesta tramite la sua pagina facebook o la mail.

E così le rampe di Lego sono arrivate anche in Italia. Il progetto è stato adottato dalla cooperativa l’Iride che in otto realtà tra Padova, Selvazzano e Saccolongo si prende cura del progetto di vita di 80 persone con disabilità. Centri diurni, comunità alloggio, un gruppo appartamento per il dopo di noi.

“La sua iniziativa ci ha incuriosito – spiega Erika Bragato dell’Iride, responsabile del progetto Lego – anche perché, grazie alla nostra bottega, avremmo potuto realizzare qualcosa di simile”.

La bottega è Iridarte, il laboratorio di uno dei centri diurni della cooperativa. Lì i ragazzi, insieme con falegnami professionisti, raccolgono materiali e oggetti destinati allo smaltimento e donano loro, trasformandoli, nuova vita. Pezzi di legno, barattoli, oggetti scartati. “Da un lato, implementiamo il nostro impegno per una sempre maggiore sostenibilità ambientale, nell’ottica del riuso e della rigenerazione, dall’altro offriamo la possibilità ai nostri ospiti di cimentarsi in nuove esperienze. Dalla commessa alla consegna del prodotto finito, si occupano di tutto”.

Redattore Sociale / SuperAbile Inail

L’Iride ha posizionato dei contenitori per i Lego in alcuni punti strategici per raccogliere, grazie alla solidarietà dei cittadini, i mattoncini necessari per la realizzazione delle opere. Le prime due rampe sono state posizionate davanti a un ottico del Quartiere Guizza di Padova.

“Molti negozi si sono già fatti avanti – prosegue Bragato –. I nostri contenitori punteggiano tutta la città. Ora ci piacerebbe anche metterci in contatto con supermercati e municipi, per diffondere il nostro messaggio. Il Comune di Selvazzano ci ha già contattato, vorrebbe contribuire alla raccolta. Si è interessata anche l’amministrazione di Verona”.

Redattore Sociale / SuperAbile Inail

I mattoncini colorati, che tutti conosciamo bene sin dall’infanzia, ci permettono di parlare di disabilità evitando quell’approccio talvolta un po’ pesante per favorire un taglio più leggero e positivo. La nostra mission è supportare le persone con una disabilità anche grave nel percorso di costruzione della propria identità sociale e il progetto Lego si inserisce perfettamente in questa direzione” conclude Erika Bragato dell’Iride.